La fiera di san Nicola

Alla fiera di san Nicola, il sei dicembre, i toresi compravano un po’ di tutto: castagne, portogalli, funi, scale per cogliere le olive, l´immancabile scapece, maiali e qualche asino a buon mercato.

Avendo venduto il vignale, zio Matteo pensò che almeno da vecchio poteva farsi aiutare da un asino. Anche per goderne la compagnia, visto che viveva solo. Vicino alla croce viaria, alcuni zingari ne vendevano uno zoppo ma veramente a buon mercato: solo seimila lire. Zio Matteo non se lo fece scappare. Lo battezzò Gelsomino, e già al sentirlo chiamare si indovinava l´affetto che provava per l’animale.

L’uomo era molto generoso e i vicini spesso ne approfittavano. Un giorno, Benito gli chiese in prestito la vettura per andare a caricare la legna in campagna. In cambio, si sarebbe sdebitato con una giornata di lavoro. Ma invece di prendere la via del bosco, prese quella per Campobasso. In città c’era la fiera di santa Lucia e Benito pensò bene di vendersi l´asino e divertirsi a modo suo, con le donnine a Sant’Antonio Abate.

Solo all´indomani, sul tardi, il giovane si ripresentò da zio Matteo, che non aveva chiuso occhio. Raccontò che i briganti gli avevano rubato l´asino Sotto la Vecchia. L’altro gli replicò a brutto muso che l´ultimo brigante l´aveva incontrato suo nonno nel lontano 1865, dopodiché li avevano fucilati tutti.

Insomma, vista la reazione esagerata del vecchio che era scoppiato in pianto, Benito confessò la verità. Poi, insieme ai carabinieri di Toro, lo accompagnò a Campobasso alla ricerca dell´asino, che, difficile a credersi, era finito di nuovo in mano agli stessi zingari venditori.

E fu così che mentre zio Matteo tornava in paese in groppa a Gelsomino, Benito restava in città per passare qualche giorno nella solita cella in Via Cavour.

Il figlio del fornaio

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9 commenti su “La fiera di san Nicola

  1. anonimo il said:

    Ho dei bellissimi ricordi della fiera di San Nicola.Quando ero piccolo, ricordo che la fiera cominciava dal convento per finire fin sotto v.le San Francesco.

    Ricordo che una mattina feci ritardo a scuola(questo episodio, a distanza di anni ancora lo ricordo,mi si scalda il cuore,erano altri tempi) perchè rimasi incantato dai tanti animali in vendita, maiali,pecore muli etc..che bella che era la fiera di San Nicola!

    Un lettore di Toro

  2. vera.stazioncina il said:

    quanti ricordi..sembra la trama di una novella ( rivisitata) del Boccaccio…

    un sorriso

    veradafne

  3. BibliotecadeBabel il said:

    San Nicola, eh? Tu quoque… Di quando i Santi affratellano viaggiando sui tratturi e transumando… 🙂

  4. anonimo il said:

    Alla fiera di San Nicola quelli poveri come me potevano finalmente avere un paio di scarponi invernali e dei pantaloni lunghi. Fino ad allora si vestivano pantaloni corti e scarpe da ginnastica o sandali. Faceva molto freddo a novembre……

  5. anonimo il said:

    Gira il calendario amico, la fiera con la festa di San Nicola era a dicembre non a novembre eh 😉

  6. anonimo il said:

    Mi dispiace ma non hai capito niente.

    Quelli meno poveri li indossavano ai primi freddi e questo da noi capitava in novembre.

  7. Paesanino il said:

    Calma, amici.

    Su questo blog, cerchiamo di non usare espressioni, tipo “Non hai capito niente”. Primo perché non ce n’è davvero bisogno. Secondo, perché se l’interlocutore non ci ha capiti forse un po’ di colpa ce l’abbiamo anche noi che abbiamo scritto in modo da non farci ben capire. D’accordo amico del commento n. #8?

    Grazie e Buon Natale a te e a tutti.

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