O Concetta Immacolata


O Concetta Immacolata,
le tue lodi in questo giorno
con la messa ben cantata
si diffondono d’intorno.

 "Madonnina,
bella e buona,
tanto bene
tu ci doni…"

O Concetta Immacolata,
ti rinnovano le suore
con la messa ben cantata
le promesse in fondo al cuore.

"Madonnina,
bella e buona,
tanto bene
tu ci doni…"

O Concetta Immacolata,
dopo l’umile funzione
all’asilo restaurato
ti portiamo in processione.

"Madonnina,
bella e buona,
tanto bene
tu ci doni…"

O Concetta Immacolata,
velo bianco, "verginella",
mi rivedo nel passato
che ti porto sulle spalle.

"Madonnina,
bella e buona,
tanto bene
tu ci doni…"

O Concetta Immacolata,
i bambini dell’asilo
con le suore han preparato
una recita gentile.

"Madonnina,
bella e buona,
tanto bene
tu ci doni…"

O Concetta Immacolata,
sono canti e son poesie
che le voci delicate
stoneranno in allegria.

"Madonniìna,
bella e buoòna,
tanto beène
tu ci doòni…"

O Concetta Immacolata,
e tu accettali di cuore,
benedici Toro amata,
bimbi e grandi, frati e suore.

"Madonnina,
bella e buona,
tanto bene
tu ci doni…"

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35 commenti su “O Concetta Immacolata

  1. anonimo il said:

    Caro Paesanino,

    questa volta non ti sembra di eesere stato un poco irriverente? Perché te la prendi con la devozione popolare? E guarda che mi aspetto una risposta, eh!

  2. Paesanino il said:

    Che dici, caro amico? Io prendermela con la devozione popolare? Ma quando mai!

    Divertito, sì, un pizzico ironico pure. Ma niente di più.

    Tieni presente che la nostalgia è una brutta bestia: la si combatte anche con un sorriso. Diversamente può buttarci giù.

    In alto i cuori!

  3. artemidoro il said:

    un saluto con decoro

    ve lo porge Artemidoro

    che non combatte la nostalgia

    magica fonte della poesia

  4. Paesanino il said:

    Hai ragione, Artemidoro,

    mi correggo volentieri;

    ma dicendo “nostalgia”

    ripensavo allo sterile rimpianto,

    condito spesso di tremiti e pianto

    per i palpiti di ieri,

    e non già alla fonte d’oro

    dell’eterna poesia,

    dell’eterna primavera,

    dei sorrisi: vita Vera!

  5. donatig1 il said:

    Sì, mi piace questo spunto sulla nostalgia, che secondo me (e per dirla alla Incarriga):

    Nostalgia è quella cosa

    tutta fatta di rimpianti,

    tutta strepiti e gran pianti

    per il bel tempo che fu.

    Nostalgia è lacrimosa,

    è una rosa tutta spine,

    è una pena senza fine,

    che non si sopporta più.

    Stiamoci bene

    gd

  6. GiMascia il said:

    Ah, il bel tempo che fu.

    In un papiro egiziano, vecchio di diverse migliaia di anni, forse tra i più antichi scritti dell’umanità, che cosa si leggeva? Ma per l’appunto, si rimpiangeva il bel tempo che fu. Come si vede un passatempo di gran moda. Da sempre.

    Buone cose

    Giovanni

  7. Algonuevo il said:

    pare pure una canzone

    che poi parla dell’amore

    la di Albano e di Romina

    e vediamo chi indovina…

  8. blogadami il said:

    Cercando il passo

    verso centri rionali

    m’accollo il decesso

    dei mercati mentali

  9. giasto04 il said:

    Ciao, è sempre un piacere..

    la devozione, come tu l’esprimi, tra spunti di gentile e scherzoso ossequio, evoca quel senso di intimità spirituale che, mi pare, stia scomparendo nel frastuono della modernità..

    In effetti, questo mette molta nostlgia..

    Con stima,

    Gio.

  10. BibliotecadeBabel il said:

    Nostalgia, nostalgia,

    per canaglia che tu sia,

    né ad Al Bano, né a Romina

    fosti tu così vicina

    quanto invece alla poesia

    d’ogni male anestesia,

    epperciò ci unisci in coro

    al virtuoso Artemidoro…

  11. Lupettina il said:

    Nostalgia? forse si un poco , quando al catechismo mi sentivo devota.. .. Bambina con il fiore in mano, davanti alla statua bella ed espressiva il mio cuore galoppava. Il ricordo più forte è un pellegrinaggio a Lourdes..(pochi anni fa) e anche se mi sentivo incapace ed estranea alla preghiera, la sacralità delle speranze, il credo dei bisognosi , mescolati all’aria densa di fede ,mi ha fatto immergere in un atmosfera assolutamente insolita e spirituale…

    baci

  12. vera.stazioncina il said:

    arrivo…

    Artemidoro dal pensiero sopraffino

    disquisisce con l’acuto Paesanino

    che sia nostalgia o sciatalgia

    questo è da vedere per magia

    e d’incanto tutto passa e se ne va via…

    Le tue pene , le angosce mie

    dette in rima o in soli versi

    l’importante è che sian passaggi lesti…

    Che ho scritto non lo so

    e non me ne curo manco un po’!;-))))

    Il computo delle rime fallo tu

    mentre snoccioli in processione

    litanie o laude pie con devozione mentre sbirci,furbaccione,

    il sorriso della “verginella” ferma sul portone…:-))

    Mi sono divertita un po’ ,chiedo venia!

    un sorriso

    veradafne

  13. francifra il said:

    se si vuole, e così sia

    anch’io vengo a dir la mia

    perché questa nostalgia

    non mi tragga in apatia.

    Se si vuol ben ricordare

    senza farsi lacerare

    se sovvengon cose amare

    le si deve cancellare

    così che quando si pensa

    alla nostra vita immensa

    non si abbia un’ira densa,

    ma un sorriso si dispensa.

    e se questo mi è concesso,

    ora aggiungo a tale nesso

    or di getto, or di riflesso

    un abbraccio (senza gesso)

    la mia rima è questa qua,

    per chi viene e per chi va,

    e la nostalgia s’en va,

    tanti tanti bacibà

    🙂

  14. romanesche il said:

    La nostalgia… a leggere tutti i vostri interventi e la poesia di Paesanino sono riaffiorati tanti ricordi di quando ragazzino in Calabria… vabbè mo’ ve dico (in pseudoromanesco) quer che bolliva in pentola:

    Pur’io si m’aricordo mo ve dico

    De quanno cherichetto la matina

    Servivo Messa ar paroco D’Errico

    Durante la novena matutina.

    A le cinque sonava la campana

    La prima vorta, e nonno me svejiava.

    Carzoni corti, giubetto de lana

    E scarpe d’a pirelli. Io m’inzognava

    D’avècce armeno ‘n tappo(1) purchessìa

    E scarpe co la sola: “ Avemmaria”

    Pregavo, “ vorebbe ave’ a Natale

    ‘n ber majione ”. E doppo stavo male

    pe li geloni ai piedi e er rafreddore.

    In chiesa poi cessava ogni dolore

    E m’incantavo a sènte quel’ardore

    Ch’er parroco metteva predicanno

    Quanno diceva che l’Immacolata

    Era la mamma der tereno affanno

    Che nove mesi doppo “Addolorata”

    Pe corpa nostra sarebe addiventata.

    E mentre don D’Errico predicava,

    Pisciacquasanta(1), moje der marchese,

    Co la vicina sua se confidava

    Parrannole co’ tono assai cortese:

    “ Còrpa? E che còrpa cciò Madonna Santa?

    Er paroco se sbajia certamente!

    Prego e de carità ne faccio tanta,

    che còrpe nun ce n’ho sicuramente”.

    Mi nonno l’ha sentita e a casa, doppo,

    Parlanno co’ la nonna ha confermato:

    Pisciacquasanta, poracrista, è troppo

    Scema per avè peccato.

    ___________

    (1) Cappotto

    (2) Bigotta

    ciao a tutti

    Ben

  15. artemidoro il said:

    Non l’avrei mai detto

    e rimango un po’ interdetto

    a vedere il bel certame

    da me suscitato nel Paesin-reame

    e se ogni post poi fugge via

    ben rimane, a quanto vedo, nostalgia

    e versi acuti, osservazioni,

    sentimenti ed emozioni

    e da ora occore tener conto

    che “poesia” è anche confronto

  16. Non vorrei deluderti, ti ringrazio dell’invito ma non me la cavo troppo con le rime…

    Non posso comunque non parlare della nostalgia che ci avvolge come l’inverno, dolce e freddo. La nostalgia è la musica che accompagna scritti e ricordi, senza di lei i miei scritti non avrebbero lo stesso sapore.

  17. Hyeronimus il said:

    …E dunque Nostalgia,

    per me è un sentimento

    che mi trascina via,

    è un po’ di pentimento

    della trascorsa vita mia,

    ma anche presentimento

    che in futuro,Madonna Mia,

    non sempre sarò contento.

    Ciao Paesanino,

    grazie del tuo passaggio da me,

    è bello conoscere te e i tuoi amici,

    e altrettanto leggerti/vi.

    A presto e buona domenica.

  18. bandierabianca il said:

    e sia!

    anche la mia

    è vero, era vera

    ora solo passeggera

    che mi sfiora il ricordo

    del regalo della zia

    e pensai alla nostalgia

    e mi chiesi a cosa pensi giovanotto?

    quà ci faccio un gran bel botto

    e mi diressi verso il cuore

    a scavare

    fu così che trovai la ragion

    del risuono del din-don

    eccomi! dissi

    grazie nostalgia

    compagna amica mia!

    a te devo la scoperta

    ora penso all’aria aperta

    la mia vita ogni giorno, penso ad ora

    avanti e dormo

    ma indietro non ritorno

    ———————–

    grazie a tutti ed a te per avermi rievocato giorni splendidi

    un abbraccio

  19. anonimo il said:

    Sul terrazzo dell’asilo

    ci mettevano sempre in giro

    le nostre suore immacolatine

    in ginocchio tutte le mattine

    per pregare la bella Madonnina

    per cantare la pia canzoncina

    prima di entrare nella cappellina

    e giunti davanti alla Madre Superiora

    cantavamo tutti in coro a squarciagola :

    “NOI VOGLIAMO TANTO BENE

    ALLA MADRE SUPERIORA

    CHE VUOL BENE A NOI PICCINI

    SE PREGHIAMO A GESU’ BAMBINO…”

    (il figlio del fornaio)

  20. anonimo il said:

    La nostalgia può essere sterile rimpianto dei tempi andati.

    A volte lo è.

    Il passato come il presente, è sempre lotta ardua per vincere le inevitabili avversità della vita, perciò “ad ogni giorno basta la sua pena”.

    Però essa ci aiuta, scevra dalle ingannevoli scorie, a non cancellare la memoria del passato, che altrimenti verrebbe risucchiato nell’oblio.

    Le mie e vostre poesie si alimentano solo alla fonte pura della memoria, oppure anche alla fonte impura della nostalgia ?

    (il figlio del fornaio)

  21. benciarl il said:

    A proposito di Nostalgia: nessuno ha mai detto ch’ è la più fiera nemica dell’amnesia, amica forte della malinconia, parente stretta dell’ipocrisia, madre a sua volta dell’esagerazione, cugina prima del rimpianto e… della preveggenza? Attenzione a crogiolarsene però, che se un occhio guarda la passato e l’altro è rivolto al futuro non vediamo il presente e quindi ci nutriamo di ricordi e di speranze.

    Si ma tu prova a dirlo ai poeti….

  22. cicabu il said:

    Nostalgia..non solo una semplice parola ma per me un’emozione forte che mi stringe il cuore e lacera l’anima..

    “Ho nostalgia di te caro perduto amore…delle tue mani..dei tuoi abbracci..della tua voce..ti penso e ti penserò sempre….”

    Scusami Paesanino se non sono riuscita ad essere ironica….stasera nn è sera….ti faccio i complimenti per il blog..grazie dell’invito..^^

  23. vera.stazioncina il said:

    concordo pienamente con Benciarl…il rischio grande è quello di non vivere il presente….che, invece, è l’unico modo che abbiamo di “vivere”. E’ comunque fondamentale guardare al passato per ricordare e saper chi siamo, osservare il futuro con speranza per progettare, ma è nel presente che vivo. Nonostante tutto.

    un sorriso

    veradafne

  24. xandria il said:

    Non si separa da me

    come ombra

    mi accompagna

    mi sta accanto nel buio

    nn riesco a toccarla

    mi sta accanto

    sta in me e fuori di me

    sta in una nuvola

    in una canzone

    in un cielo pieno di stelle

    in un pensiero che corre su e giu’

    aria silenziosa e dolce

    di un tempo che nn ho piu’

    ———

    nn l’ho “raffinata” :p cosi eccotela di getto

    Buona domenica!

    grazie dell’invito…

    Ciao

    Xandria

  25. MIKROKOSMOS il said:

    In questi giorni metto per iscritto ciò che sta attraversando la mia mente da molto tempo. Ci voleva lo stimolo giusto, e mi é stato dato.

    Fra pochi giorni si festeggerà Santa Lucia… alla mia epoca non c’era Babbo Natale, c’era lei…

    Mia madre, alla sera, poneva fuori dalla finestra una ciotola con il latte ed un piatto con fette di polenta, per lei che era cieca e per il suo asinello… Santa Lucia sarebbe arrivata durante la notte e mi avrebbe lasciato i doni.

    In casa non c’erano soldi da spendere in regali… alla mattina, quando mi alzavo, trovavo la tavola della cucina ricoperta di mandarini, di frutta secca… se andava bene c’era una bambola, oppure un paio di calzettoni di lana o un maglione fatti ai ferri…

    Ma ero contenta, non aveva importanza il valore o la quantità dei regali, perché lei si era ricordata di me.

    E poi vedo davanti ai miei occhi una scena, io avevo sei anni, facevo la prima elementare, era sabato, l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale.

    Nell’aula scolastica la cattedra era diventata un palco, c’era la recita di noi alunni. Indovinate chi ero io? La Vergine Maria, dovevamo rappresentare la Notte Santa di… non ricordo chi la scrisse, forse Gozzano… potrei cercare su Google, ma l’effetto non sarebbe lo stesso.

    Ricordo ancora il nome della maestra che ebbi in prima classe, ed anche il suo cognome, era giovane, bella e molto dolce e materna… peccato, era solo una supplente…

    E dovetti anche cantare “Tu scendi dalle stelle”, io, con la mia vocina da bimba… ma fui brava, non sbagliai una parola, né l’intonazione.

    I genitori erano tutti schierati in fondo all’aula, mio padre e mia madre in prima fila, ed io li cercavo con gli occhi, avevo bisogno del loro sostegno per vincere la mia timidezza… e loro mi guardavano e mi sorridevano.

    Ricordo perfettamente l’abito che indossavo, l’emozione, i baci e le carezze che ricevetti… tutto…

    Nostalgia di spensieratezza, di un bacio di papà, di mamma una carezza, come ho scritto da qualche parte, un po’ di tempo fa…

  26. PortamiVia il said:

    “Al fin giunsi anch’io pia

    A dir la mia

    Sulla struggente nostalgia.

    Nota selvaggia

    Odore di pioggia

    Vedrò domani

    Tempi lontani.

    Anima attenta

    Non si spaventa

    Cerca delizia

    Senza pigrizia.

    Al fin dunque giunsi anch’io

    A riveder il giorno mio

    Volto al passato quieto desìo.”

    Per la serie: ci ho provato…

    Buona settimana,

    Anna 🙂

  27. zenzerocandito il said:

    Pur avendo sempre presente i ricordi e conservandoli dentro di me, sempre, non credo di ‘coltivare’ mai la nostalgia.

    Non vorrei mai tornare indietro, pur avendo perso la persona che ho amato di più al mondo, non vorrei mai rivivere le cose già vissute, ma vivo sempre nel presente, anche se con momenti di malinconia, ma mai di nostalgia.

    Senza rime, ma con sincerità.

    Sempre molto interessanti queste ‘discussioni’.

    Grazie e buona giornata a tutti 🙂

  28. anonimo il said:

    La nostalgia, al di là di ogni valenza o pensiero soggettivo, è : GRAVE TRISTEZZA CHE PROVA CHI E’ LONTANO DAL LUOGO NATIO E DALLE PERSONE AMATE, ovvero elementi specifici per chi voglia poetare.

    (il figlio del fornaio)

  29. Paesanino il said:

    Grazie, amici carissimi. A buon rendere la cortesia e i graditissimi commenti, spesso meritevoli di post a se stanti.

    Buonissime cose.

  30. poetando il said:

    NOSTALGIA

    C’e un silenzio dolce nell’aria

    c’e la pace delle notti estive quanta dolcezza quanta nostalgia

    Il cielo ricco di stelle la luna piena

    il mio pensiero si riempie di un ricordo lontano

    Chiudo gli occhi e mi appare il volto che ho tanto amato

    Anna Petraroli

  31. Frank57 il said:

    “Accadeva tutto due anni (e una settimana) fa. L’ultimo saluto, l’ultimo bacio e poi io che mi avviavo lungo il vialetto che fiancheggia la stazione e “lei” che si allontanava sulla sua auto. Non l’avrei più rivista. Solo che io non lo sapevo, “lei” invece sì.

    E molte altre cose sapeva e aveva evitato di riferirmi. Lo avrebbe fatto in seguito, in dosi omeopatiche, frammentarie, confuse, non comunque in modo esaustivo. Formalmente non c’è stato addio.

    I miei primi post (e anche questo blog) nascevano dall’amarezza, dall’irritazione e anche dalla passione, non ancora estinta, per questa donna. Racchiudevano uno slancio inesausto, un sentimento per quanto vilipeso e calpestato non ancora spento, simile alle braci che, dopo ardente foco si smorzano nel camino, con l’ultimo baluginio.

    Mi sorprenderebbe, ne sono certo, se rileggessi, l’affetto che percorreva quegli scritti. Ne rimarrei stupito, perché adesso non sarei in grado di esprimere tali sensazioni, di trasmettere uno stato d’animo sì sconvolto. Sì disperato, sì amareggiato. E tanto. Una condizione spirituale a cui erano, però, sufficienti pochi spunti per ritrovare mai sopite sensazioni ed emozioni.

    Ma l’uomo, come la donna presumo, è cambiato. Sa che a rimetterci di più è stata “lei”. Sa e anche auspica, che questo rammarico, inevitabilmente sopraggiungente, la accompagnerà per un bel pezzetto di strada e sarà solo l’orgoglio, mai domo, ad impedirle di riconoscerlo. Certo le nostre strade non sono state parallele, in questo arco temporale, perché in frantumi ne sono uscito io. Certo più di “lei”. E ho dovuto ricostruirmi, pezzo per pezzo, in un’opera faticosa e ancora incompiuta.

    Però quanto è strano doversi esprimere con tale nettezza, asciutta e anodina, su una donna che ha abitato la quotidianità, che è stata parte integrante di ogni mia azione, che ha abitato nel mio cuore. Il suo nome, che mai ho di nuovo pronunciato, farebbe ancora male, un dolore su cui non indugio, perché di acqua sotto i classici ponti ne è passata pure per me. La sua foto, formato tessera (con dedica) è rimasta in una tasca del portafoglio. La tentazione, che talvolta mi assale, trova ragionevoli motivazioni per non esondare.

    Ho cancellato i suoi numeri dalla rubrica del cellulare, in modo che qualora dovesse arrivare, in questo periodo, sciagurato anche per tale eventualità, un sms con un nuovo numero non sarei condizionato nella richiesta di identificazione. “ Ma sei sicuro che non riconosceresti il mittente? “ mi chiedeva un’amica, sabato mattina, forte di quello squisito sesto senso che arricchisce la femminilità, rendendola intrigante. “No – le ho risposto – credo che emergerebbe una lieve sfumatura a farmi capire da chi proviene”. Però mi darei coraggio – pensavo – e replicherei nel modo più formale possibile. Ma non vivo nell’attesa che questo accada. Ora non più.

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