Sentive ‘a scéme pa Chiane u Meljne:
n’zo’ salvate né vúve e né galljne;
l’aviva lassà chijne
u becchire du vjne,
pe ssalva’ ‘a pèlle pa Chiane u Meljne.
LA PIANA DEL MULINO. Sentii (arrivare) l’ondata di piena per la Piana del Mulino: / non ho potuto salvare né buoi né galline; / fui costretto a lasciarlo pieno / il (quel) bicchiere di vino, / per salvare la pelle (per mettermi in salvo) per la Piana del Mulino.
Il limerick si ispira a un’alluvione che si verificò a Toro circa quarant’anni fa, molto probabilmente proprio la sera della festa di San Mercurio quando, in seguito ad un violento temporale, arrivò un’improvvisa ondata di piena, che travolse ed allagò la Piana del Mulino, una contrada dell’agro torese situata vicino al vecchio ponte. Una masseria fu invasa dall’acqua e, per non annegare, i suoi proprietari furono costretti a salire tutti sul tetto. Si racconta che le loro grida disperate, imploranti aiuto, arrivarono fino al paese.
(Musa pensosa)
Grazie alla musa pensosa!
certo che pero’ pensavo, io, certo che ne succedono di cose a Toro!!! inesauribili!!
abbraccio
Algo
Un episodio che ricordo benissimo: il rumore della scéma che aveva allagato la piana e in qualche punto anche la strada si sentiva da Toro.
Saluti
Giovanni
Ricordo anch’io quell’eccezionale piena, che invase l’area del vecchio ponte e fece temere moltissimo i riccesi che vi abitavano. Incuriosito, mi incamminai per poter osservare da vicino quel disastro, ma il vecchio, saggio, Zio Gioavannatonio Iacobucci mi apostrofò :” Uagliò, do va’: t’ze porta a scema, risalime a’ Vicenne subite”.
Sono proprio felice di poter leggere, ancora una volta, un mio limerick sul tuo blog, Paesanino!
La miniatura questa volta è davvero impeccabile, perchè inesauribile è la capacità che hai di individuare ogni volta quella giusta.
Grazie anche a te, Algonuevo, per il tuo simpatico intervento!
Un caro saluto agli amici e a te, Paesanino.
è passato molto tempo da quando ti leggevo… sempre bellissime parole.
son tornata, Paesanino!!
un abbraccio grande
🙂
bacibà
fatti standard delle nostre campagne fino a pochi anni fa, se ci si pensa bene e non è detto che siano finiti
Guarda, mi fai tornare alla mente il momento di panico vissuto stamane: lampi, tuoni e pioggia torrenziale!! Ho paura dei lampi e si infrangevano vicinissimi!!
Quello di cui parli è terribile, non oso immaginare cosa si provi in simili situazioni…
Un abbraccio!
Anna
Finalmente un nuovo post… e molto interessante..
ciao
cicabu
Ciao Musa pensosa, bello il tuo limerick, e soprattutto sono contenta che sia arrivato un nuovo post! un abbraccio a tutti!Abigail
Caro Paesanino,
visti senza riscontri i miei tentativi di contattarti via mail, mi costringi a ringraziarti pubblicamente per l’antico testo di Ernesto De Martino che m’hai voluto mandare in regalo. Mi hai sorpreso e commosso. Soprattutto perché non mi permetti di contraccambiare. Sai bene, però, che il regalo più grosso che puoi fare a me e agli amici è quello di mantenere in vita questo tuo (e nostro) blog.
Grazie ancora, e resto in fiduciosa attesa
Giovanni
in pochi essenziali versi è presente il dramma di un paese…e di molte vite.
complimenti!
un sorriso
veradafne
:)) bello il limerick e bellissimo il quadro. Ciao Paesanino!
ottime le tue scelte come sempre..^^
delle serie sulle cose belle….
quel che conta è…salvar la pelle….
e oggi per la finanziaria delle emozioni….
quel che conta è salvare i ……..
Ciao caro,
un saluto per un sereno fine settimana!
Un salutone,
Anna 🙂
Auguro una buona settimana a tutti gli amici.
Un grazie di cuore e a presto.