Con la terra e la vigna all’Azzarice
credevo d’essere un uomo felice
finché dietro un filare
non sorpresi il compare
a vendemmiar mia moglie all’Azzarice.
Un po' per ridere, un po' per non morire
Con la terra e la vigna all’Azzarice
credevo d’essere un uomo felice
finché dietro un filare
non sorpresi il compare
a vendemmiar mia moglie all’Azzarice.
se gli uomini, pensassero meno al successo, alla carriera, e più a coltivare la (le) relazione(ni), ciò non succederebbe
🙂
un caro saluto
bellissima!..mai avere certezze?;-)
un sorriso
veradafne
“Tra il verde e l’acque del Valentino,
stavan lui e lei vicino vicino
e di baci e carezze volevan riempire
i giorni, gli anni e così gioire,
tra il verde e l’acque del Valentino.”
P.S.Dimmi paesanino, può questa strofetta essere considerata un limerick?
Buona serata!
Abigail
Cara Abigail,
il limerick classico ha nomi di paese e città, tipo Torino, non di località, come il Valentino. E’ vero che io uso le strade e le contrade, ma è un artificio dichiarato per parlare del nostro paese. E’ bene quindi non esportare l’usanza.
E poi i primi due versi devono essere degli endecasillabi classici (undici sillabe, con accenti stabiliti). Riscriverei il primo verso così (vale anche come ultimo):
“Tra il verde e l’acque del parco a Torino”
e abbiamo sia l’endecasillabo sia il più classico “Torino”.
Una leggera aggiustatina al secondo verso e abbiamo l’endecasiilabo con gli accenti giusti:
“Stavano lui e lei vicin vicino”. Così ci siamo.
Il guaio è con i prossimi due versi che devono essere due settenari (versi di sette sillabe) a rima baciata. Però attenzione è scadente la rima con due verbi all’infinito tipo riempire/gioire come fai tu (l’hai usata anche in una tua precedente poesia: se vuoi migliorare non rimare mai gli infiniti tra loro né i verbi tra loro (tipo amano/baciano, amate/baciate, amiamo/baciamo ecc.): è troppo facile, non vale.
Vabbè ma i due versi? Per esempio, mi viene in mente (è solo un esempio):
“e di baci e carezze
godevan le dolcezze”
(attenzione però: “godevan” è un’altra debolezza. Nell’italiano moderno si usano raramente le troncature tipo amar/baciar, cantan/parlan etc. abbondantissime nelle canzonette)
Ed ecco pronto il nostro limerick di Abigail con il lifting by il Paesanino:
Tra il verde e l’acque del parco a Torino
stavano lui e lei vicin vicino
e di baci e carezze
godevan le dolcezze
tra il verde e l’acque del parco a Torino.
Ti piace? Spero di sì. Spero comunque di non averti annoiato più di tanto.
Ciao, a presto
P
ho appreso volentieri leggendo il commento precedente! grazie!
veradafne
ok paesanino,
devo ammettere che il tuo rifacimento suona bene La mia era una prova… in effetti ho “eluso” alcune delle regole fondamentali. Grazie per i suggerimenti ma credo che il limerick non faccia per me (almeno per ora….)
alla prossima!!!
Abigail
Grazie a te, Abigail.
Il tuo limerick mi ha suggerito dei versiccioli che un giuorno pubblicherò, dedicandolil a te.
Ciao
Ah davvero paesanino???Mi dedicherai dei versi???Aspetto con ansia 🙂 Abigail
Sono versi tentatori… ma per una prosecuzione minimamente all’altezza bisognerebbe che il PC smettesse di fare le bizze (oggi, in incognita, dall’ufficio, avevo abbozzato, ma Splinder ha mangiato tutto…).
🙂
caro Paesanino le regole in poesia sono fatte per essere anche violate,e un bravo poeta con i suoi versi le crea e le induce.Quando si vuole aderire perfettamente ad una tipologia il “limerick” è giusto che si segua (anche per ragioni di costume e tradizione) la giusta strada (e metrica)… però attenzione a non perder la strada della freschezza e della spontaneità…. ps. la rima all’infinito non è molto consigliabile ma in qualche caso è molto efficace (anche per un quid di popolaresco che avvicina alle persone più semplici e meno letterate)…. Saluti
Toccato, Artmidoro, toccato.
Tieni presente, però, che la mia “lezioncina” era rivolta a una esordiente, a un’aspirante “poeta”. E in questo caso, qualche sano principio va indicato. A tempo proprio, tutte le licenze poetiche di questo mondo.
Con viva cordialità,
Caro paesanino e co., questo anno mi ha regalato delle emozioni uniche, che mai avrei pensato di vivere. E proprio queste emozioni (alcune sono state meno belle di altre) mi hanno “ispirato”. Sapete, mi sono resa conto di essere maggiormente prolifica di parole proprio nei momenti più brutti…Le “poesie” che a volte leggete su toroweb sono espressione di quelle mie emozioni, di quei gesti che ho vissuto e… Ok, tutto questo per dirvi che sono contenta di imparare cose nuove, le tecniche e la metrica ecc., ma la cosa che più mi preme è trasmettere qualcosa…un abbraccioooo a tutti!!!!
L’ultimo post era mio!!! Ho dimenticato di firmarmi :)Abigail
Cara Abigail,
solo per riscontrarti due passaggi del tuo messaggio:
Il primo – “Sapete, mi sono resa conto di essere maggiormente prolifica di parole proprio nei momenti più brutti”…
Ed è proprio così, amica mia. Già 3000 anni fa Omero (o chi o coloro si nascondono dietro questo nome) scrisse nel capitolo VIII dell’Odissea che gli dei tessono sventure perché abbiano di che cantare (leggi comporre poesie, che all’epoca si cantavano) gli uomini! Quindi sventure come alimento del canto.
Il secondo: “Sono contenta di imparare cose nuove, le tecniche e la metrica ecc., ma la cosa che più mi preme è trasmettere qualcosa…”
Benissimo, la tecnica, la metrica ci aiutano a trasmettere con precisione e con eleganza, insomma meglio e, soprattutto, a mettere in condizione l’altro a interessarsi a quello che trasmettiamo. Se quello che vogliamo dire lo diciamo in modo scialbo, stonato o scontato, difficilmente troveremo ascolto. Tutto qua.
Per il resto, Abigail, scusa se posso apparire troppo didascalico. Se lo sembro, non è voluto.
Ciao ciao
Un bacio a Gail che ha dato il via alle tue fluenti spiegazioni! Per il resto la poesia deve restare forma di libertà espressiva e interpretativa!!
Giusto Lupettina: d’accordo sulla libertà di espressione e di interpetazione.
Buona giornata a te.