Non dite che la mia gente
non crede alla giustizia:
il braccio della bilancia
si piega sotto il peso dell’oro
e la mia gente non ebbe
neppure le briciole di Lazzaro
quando il falco dalla spalla dei padroni
piombava nelle campagne.
La mia gente non è superstiziosa
se s’inginocchia nei campi d’olivo
saccheggiati dalla grandine
e gli occhi non piangono il pianto dei fiumi
che piega i salici nel fango:
è caparbia e forte come nessuna.
E non dite che non ha fede
solo perché resta sul sagrato
il tempo della predica:
la mano del santo muta le pietre in pane
e fa sgorgare l’acqua dalla rupe.
(Nicola Iacobacci, La pietra turchina, La Prora, Milano 1978)
La mia gente non è superstiziosa
se s’inginocchia nei campi d’olivo
saccheggiati dalla grandine
e gli occhi non piangono il pianto dei fiumi
che piega i salici nel fango:
è caparbia e forte come nessuna.
Complimenti!Davvero molto bella!
molto significativa…e bella!
un sorriso
veradafne
Per la mia gente, una cattiva annata, una malattia, la chiamata alle armi, cadevano come mannaie a spezzare tenue speranze in domani migliori. Sconfitte dopo sconfitte, erano motivo di rassegnazione, ma anche di coraggio perche ’ era piu ’ difficile vivere, che morire.
Vinti che non si arrendevano scrivevano ogni giorno la storia dei senza storia. La vita dei nostri contadini era caratterizzata da una esasperante quotidianita’, ma anche foriero di sicuri valori che riuscivano a dare certezze individuali ed aggregazione collettiva.
Oggi , pur senza pizze e pezze, sono proprio questi valori che ci mancano di piu ’, pur credendo o illudendoci di avere tutto. Siamo sazi ma disperati.
(il figlio del fornaio)
Errata corrige:
“ma anche foriera di sicuri valori…”.
(il figlio del fornaio)
… bella… ma dove le trovi?…
Grande Iacobacci!
Un abbraccio
Mario
Nicola Jacobacci, il grande poeta nato a Toro, e del suo paese natale il cantore più grande.
bella poesia, davvero!!
Magnifiche le immagini, magnifica la sonorità.
Caro Nicola,
perché ogni volta che leggo questa tua straordinaria poesia i miei occhi “piangono il pianto dei fiumi” che la “tua gente” non ha mai versato? Ho saputo poi casualmente che da qualche tempo sei gravemente ammalato e questo fatto mi rattrista ancor di più.
Uno della “tua gente”!
Caro amico di Nicola Iacobacci (#10) ho appena pubblicato un articolo sull’ultimo lavoro di Nicola. E’ un bel dramma in versi intitolato “Il marchio sulla guancia” (2005), puoi leggerlo venendo a visitare il mio blog “Pennemolisane”.
Ti aspetto
Giacomo Donati