Il gallo sacrificale


Quell´anno era caduta tantissima neve, che aveva seppellito gli usci delle case e reso necessario scavare gallerie. In una povera casa in Rua Petrucci, stava nascendo il primogenito di una famiglia di contadini. La levatrice non c’era: a Natale era tornata al suo paese e vi era rimasta bloccata dalla neve. Fu chiamato il medico condotto, don Nicolino De Sanctis, che arrivò nottetempo con il cappotto su pigiama e vestaglia, come era solito fare. Il parto fu difficile ma grazie al prodigarsi del medico nacque un bel bimbo. Era piccolo, tanto piccolo, che fu messo dentro una scatola di scarpe imbottita di bambagia.

Preoccupato per la respirazione affannosa del neonato, don Nicolino fece il viavai quella notte. Alla fine si decise e chiese al padre del bimbo di andargli a prendere un gallo, grande e forte. L’uomo non capì: " Dottò, lo ammazziamo per il battesimo…". Ma il medico, con tono di rimprovero: "Non è per festeggiare il gallo, è per salvare la vita a tuo figlio".

Il povero uomo continuava a non capire, né poteva capire. Comunque obbedì. Il medico prese il becco fra le mani e lo infilò nell´ano del piccolo. Per tranquillizzare l’uomo, disse: "Uno dei due dovrà morire!". "Madonna, non mio figlio!" farfugliò il padre.

Intanto il gallo, cercando disperatamente di respirare, si dimenava tra le mani del medico che, con forza, continuava a tenergli il becco conficcato nell´ano del piccolo. All´improvviso, strabuzzò gli occhi e morì. Don Nicolino sorrise mentre il respiro del bimbo si fece sereno.

"Dottore, ma il gallo è morto per la puzza?", "Scemo!" replicò il medico. "Il gallo è morto perché volendo inspirare ha liberato le viscere di tuo figlio, vittima di un blocco intestinale. Insomma questo gallo si è sacrificato per la salvezza di tuo figlio, lo capisci, si o no?"

Fu così che grazie a don Nicolino De Sanctis e a un gallo fu salvo
Il figlio del fornaio

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12 commenti su “Il gallo sacrificale

  1. Paesanino il said:

    Sì, interessante: è la parola giusta. Con questo racconto, do inizio alla collaborazione dell’amico torese, che si firma Il figlio del fornaio e che di tanto in tanto proporrà ricordi della vita torese a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta.

    Sono certo che i lettori apprezzeranno.

    Saluti cari a tutti.

  2. anonimo il said:

    Bene bene paesanino! Credo che faccia piacere conoscere storie di Toro sia ai toresi sia a chi ha origini diverse. Buon inizio settimana a tutti! Abigail

  3. GiMascia il said:

    Complimenti al Figlio del Fornaio (e naturalmente al Paesanino che lo ha ospitato). Il rimedio del medico De Sanctis sa di fiaba e di medioevo. E’ calato in un’atmosfera magica, che l’illustrazione esalta ancora di più.

    Ad maiora

    Giovanni

  4. Algonuevo il said:

    Ed almeno oggi la giornata comincia bene, con questa storia… ma Toro vicino a Campobasso? mia nonna veniva da li’…

  5. anonimo il said:

    veramente sfiziosa e ridicola questa storia del figlio del fornaio, mi ha molto divertita, dove sono le altre storie ?

  6. Paesanino il said:

    Mi fanno piacere i tuoi apprezzamenti. La risposta alla tua domanda è nel commento n. #2.

    Un po’ di pazienza, dunque e a presto

  7. anonimo il said:

    ma sara vero sto fantasioso racconto ?comunque mi intriga sapere chi sia sto fornaro (forse Fracasso o il

    figlio

    di Mercurio de Roma? perche ve celate tutti dietro nomignoli: albigal-paesanino- figlio de fornaro ?

    Cofelice Maurizio- un torese de Roma

  8. Paesanino il said:

    Caro Maurizio,

    non so per gli altri, ma per me firmarmi Paesanino è stato naturale. Primo, perché in questo modo mi dichiaro un figlio qualsiasi del nostro paese. Secondo, perché delimito in qualche modo il campo di azione del mio blog: poesie, canzoni, favole ruotanti intorno a Toro e ai toresi. Terzo, non è facile firmarsi con il proprio nome anagrafico quando si pubblicano versi di sentimenti ed emozioni personali. Ma chissà che primo o poi non lo faccia.

    Comunque grazie per l’attenzione, spero che continuerai a seguirci e… a proposito, tu chi sei? Il figlio di Franco o di Nicola? O mi sono sbagliato proprio.

    Comunque saluti

    Paesanino

    PS

    Il fatto è veramente accaduto.

  9. anonimo il said:

    Caro Maurizio, se, come pensa il Paesanino, appartieni ai miei amici Cofelice di Fiumicino, io, pur non svelandoti il mio nome,ti confesso che sono molto vicino alla tua famiglia, essendo stato Vs ospite nel 1975, quando eravate ad Ostia. In merito alla veridicità del racconto, certo curioso, devo dirti che nel 1952 non si usufruiva di ospedali per nascere, si nasceva in casa, e tanto meno di incubatrici necessari per il caso riportato. Spesso il Dr. De Sanctis si serviva di espedienti di fortuna per salvare il salvabile. Peccato che le sue ricette , molte curiose ed originali, sono state cedute a Ditta farmaceutica toscana. Pensa un pò nel 1966, prima di morire, ha fatto riacquistare la vista ad una facoltosa donna israeliana che aveva girato il mondo intero senza esito alcuno. Sono in possesso di tante missive indirizzate al ns medico che ha curato :Mussolini, Papa Pio XII, Segni, ecc.A Toro, nel dopguerra era processione di malati forestieri presso il suo studio.

    Ti prometto di stupirti ancora.

    Il filgio del fornaio.

  10. Francesco paci il said:

    Buonasera a tutti,

    Posso dire che la storia è verissima sono il nipote di Nicolino De Sanctis il primo medico di toro. e posso assicurare che è una storia verissima.

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