Fa fridde, sciocche e sbrennescéie,
ha fatte ‘a nève ‘n terre e ‘n copp’i titte;
a rrime a rrime i ballecune
parene tanta tavetille ghianche.
INVERNO. Fa freddo, fiocca e turbina, / ha fatto la neve in terra e sui tetti; / bene in fila i balconi / sembrano tante piccole bare bianche.
Grazie, Paesanino, che almeno in illustrazione mi fai rivedere come si facevano le “schiariche”. Come si dice? Dove si fanno le schiariche, restano le schiappe, non è vero
Giusto, ma non era dove si fanno i léne (la legna) restano le schiappe?
Saluti
Vierne,
che fridde int’a stu core!!…
Viva il sole
Cciài ‘n dialretto che sona com’a ‘n violino ben accordato!
E tu, mannaggiammè, l’adoperi benissimo.
T’aringrazzio p’esse passato su “Poesie vostre e mie”. Qunno cciàvrai tempo passa a legge qurche poesia in pseudoromanesco.
A presto
Ben
Caro Paesanino,
sarebbe bello vivere ancora ai tempi in cui Berta filava attorno al fuoco, la gallina razzolava e il marita tagliava la legna. Purtroppo adesso la neve significa solo fastidi e disagi per tutti. Forse, solo i bambini sono contenti.
Un tuo compaesano
..è molto bella la tua poesia, e anche l’immagine ..le schiariche..il fuoco..l’inverno.. molto più rigido di quello di oggi..sono tempi ormai andati… un pò di nostalgia per un qualcosa che purtroppo appartiene ad un passato che tanti non hanno conosciuto…ma che,a mio avviso, valeva la pena di vivere… Complimenti!
Un lettore di Toro
Ciao paesanino!!!Belle le sensazioni del tuo vierne!!!! ;))) A presto, Abigail
Ciao caro, grazie per essere passato era da un pò che non ti vedevo sul mio blog… neve, case che sembrano bare.. Un pò forte come immagine.. Di certo la neve rende tutto più silenzionso e i piccoli paesi sembrano ovattati e privi di vita.. preferisco pensare che la neve spenga l’apparenza e il scintillio delle luci per un pò.. lasciando la vita scorrere all’interno, come un prezioso intimo ricircolo di calore! baci
Cara Lupettina,
hai equivocato. Non ho scritto delle case, ma i balconi che sembtano tante piccole bare bianche: perché vi si accumula la neve proprio a formare quella forma. per il resto, la vita scorre con calore, con luce, con vita!
Ciao
Paesanino, però Lupettina un pò ha ragione…io non avevo letto la traduzione là per là…però le bare bianche…danno davvero l’idea di una calma “eccessiva”!!! Vado a leggere il tuo ultimo lavoro 🙂 Un abbraccio, Abigail P.S. In questo periodo l'”ispirazione” latita…:(
Certo che Lupettina ha un po’ ragione, come dici tu. I lettori hanno le loro ragioni che chi scrive non conosce…
Il dialetto ,tra realismo e lirismo, e l’ immagine che ha spaventato un po’ i lettori (le bare bianche che suggeriscono subito alla morte di bambini, alla vita che non si riproduce) rendono bene l’idea dell’inverno e l’atmosfera “straniata” sospesa del paese che simboleggia anche la Natura, un “baricentro dell’Universo, dove la neve che cade e “turbina” bene esprimono la condizione e l’ angoscia dell’uomo.
ps….perdona la sintassi del post precedente ma la notte avanza e perdo qualche colpo.saluti