Vantjche (Via Antica)

Piccola mendicante

Gjre ‘na zengarèlle pa Vantjche,
apre e te djce: "Dje t’abbenedjche!";
n’te fà rechiude ‘a porte
se l’uglie n’z’areporte,
‘lla zénghera sfaccjmme pa Vantjche.

VIA ANTICA. Gira una zingarella per Via Antica, / apre e ti dice: "Dio ti benedica!"; / non ti fa richiudere la porta / se l’olio (in elemosina) non si riporta, / quella zingara sfacciata per Via Antica.

Incanto lirico

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11 commenti su “Vantjche (Via Antica)

  1. Paesanino il said:

    Nell’imminenza della festa di San Giuseppe, quella che per molti è (o era)la più bella e significativa festa del nosto paese, mi piace pubblicare questo limerick di Incanto lirico, incentrato su figure immancabili di questi giorni a Toro: le zingare che casa per casa bussano per avere un bicchiere d’olio in elemosina.

    Buona giornata

  2. AbigailGilmore il said:

    Buongiorno, Incanto lirico!Mi sembra di vederla quella zingarella, e anche le sue “superiori”…! La tradizione di San Giuseppe è davvero una delle più belle del nostro paese, e spero che, nonostante la enorme mole di lavoro che richiede, non finisca. Spero anche che domenica ci sia il sole ad incorniciare i nostri banchetti 🙂 Un abbraccio

  3. MIKROKOSMOS il said:

    … immagino che, simbolicamente, ricevere l’olio in elemosina avesse un significato preciso… altri tempi… altre situazioni… altre persone… oggi non accade più… almeno dalle mie parti… baciotti…

  4. Paesanino il said:

    In un certo senso sì, Mikrokosmos, ricevere e donare l’olio a devozione di San Giuseppe aveva un significato preciso. Ma ne riparleremo nei prossimi post, a illustrazione di una bella tradizione torese…

    Ciao

  5. Gliorti il said:

    strano…da noi la tradizione di donare una bottiglia d’olio avveniva, e, talvolta avviene nelle campagne più sperdute, il 13 giugno, il giorno dedicato a Sant’Antonio da Padova, ma non a zingarelle, a gruppi di cantori accompagnati da fisarmoniche e dal nostro strumento musicale principe, la zampogna.

    L’anno scorso mi trovai per caso ad una di queste “novene” ed il padrone di casa mi disse che solo a Giugno poteva essere donato, perchè solo allora s’era “acchiarato”.

  6. Hyeronimus il said:

    Fa sorridere oggi la “sfaccjmme” zingarella d’altri tempi,

    ma significa dimenticare che la fame, quella vera, che noi non conosciamo, era una triste realtà che ti costringeva anche a simili umiliazioni.

    Mi piace l’immagine scelta che mi fa pensare a un Bouguereau privo del manto fiabesco.

  7. Torrisi il said:

    Ah le zingare. Ricordo un flash della mia infanzia dai nonni in paese. Una vicina che bussa trafelata alla porta di casa e invita la nonna a togliere la chiave dalla toppa: “Sono arrivate le zingare in paese!”

    Da quel giorno ho sempre avuto una paura matta di quelle donne lì.

    Saluti

    Luca

  8. anonimo il said:

    Davvero incantevole la tua zingarella, Paesanino,

    come incantevole è la tenerezza che emana da quello

    sguardo.

    C’è un velo di tristezza nei suoi occhi.

    Occhi che forse sanno leggere nel suo futuro, quel destino, già segnato, di piccola mendicante.

    Belle cose

    Incanto lirico

  9. anonimo il said:

    Bravo Paesanino e bravi i tuoi amici,

    il convito è davvero una nostra bella tradizione. Sono in ansiosa attesa di leggere i racconti promessi.

    Un amico di Toro e di ToroWeb

  10. anonimo il said:

    bravo complimenti io sono il cugino di Padre Lino e Padre Gaetano e ricordo con commozione i conviti di mia zia Assuntina Serpone.

    Grazie. Buon San Giuseppe a tutti e cari saluti.

    Francesco Iacobucci

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