Il buon torese

Tutta quella che mi piace, lessa, fritta o sulla brace

Con che gusto, o buon torese,
del paese
il più povero e il più contento,
assaporavi l’idea di un banchetto
di capretto.

La ridente fantasia
ti faceva banditore
e annunciavi ai quattro venti
i tuoi pranzi di carne e maccheroni.

Presa in giro come sciocca,
la tua bocca
non sapeva altro boccone
che pizza di granone per sfamare
moglie e bambini.

– Dai, racconta, o buon torese,
quanta carne mangi al mese?
– Tutta quella che mi piace,
lessa o fritta o sulla brace.

Voglia di vivere cercata invano
tra gli scaffali dei supermercati.

Nessuno mangia
le tue braciole
d’asino azzoppato
ora ch’è primavera
e tutto ci pare
senza più sapore.

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10 commenti su “Il buon torese

  1. GentileMa il said:

    Uè Paisanì,

    poveri sì ma con dignità e tanto tanto ottimismo.

    In alto i cuori

    Mario

  2. GiMascia il said:

    Diciamo pure che è nella nostra indole una componente di sano esibizionismo. A prescindere.

    Giovanni

  3. Anchise1 il said:

    Parafrasando il gran Filosofo, è bene rimarcare la nostra peculiarità: “Non possiamo non dirci “culaperti di Ture”.

  4. anonimo il said:

    ti leggo, ma sono a 56k, lasciare un commento mi fa esaurimento nervoso

    a presto

    ale

  5. vera.stazioncina il said:

    bei ricordi…dici che si è perso il sapore della vita?

    un sorriso

    veradafne

  6. ilreporter il said:

    Eppure “ci sono sapori che il tempo non cambia”. L’amaro del veterinario non saprei, ma sul materno agnello cacieova e sulle sagnette ferragostane di mia suocera metterei la mano sul fuoco.

    Ciao paesanino, ne approfitto per leggere qualche altro bel racconto torese.

  7. anonimo il said:

    Che nostalgia

    per i tempi passati

    quando a casa mia

    si tornava affamati.

    Quella povera mamma

    ci metteva a nanna

    e se fiatavamo tate

    ci abbottava di mazzate.

    Che nostalgia, che pena

    per i tempi di una volta,

    senza pranzo e senza cena,

    ci pigliava la sciolta.

    L’altropoeta

  8. anonimo il said:

    Nostalgia o no, Paesanillo mio, mi sono appena alloggiato un paio di calzoni di San Giuseppe. Benedetti i riccesi che il convito lo fanno dall’inizio di marzo e ci fanno assaggiare la “devozione”.

    Alla faccia di chi ci vuol male.

  9. PortamiVia il said:

    Passo per lasciarti la buonanotte e l’augurio di una serena domanica!

    A presto, Anna 🙂

I commenti sono chiusi.