La bella filatrice in Rua Caruso
all’arcolaio preferisce il fuso;
la ruota gira e canta,
ma è il fuso che la incanta,
quando lo tiene in mano in Rua Caruso.
Un po' per ridere, un po' per non morire
La bella filatrice in Rua Caruso
all’arcolaio preferisce il fuso;
la ruota gira e canta,
ma è il fuso che la incanta,
quando lo tiene in mano in Rua Caruso.
Caro Paesanino,
non so se ricordi che la Rua Caruso del tuo limerick, era popolarmente detta “la viarella di Ernesto”. nella parte a valle confluente con Via Occidentale. Per la dimensione angusta e gli scalini impervi (a malapena ci passa una persona alla volta) non era molto trafficata e si prestava per i fugaci incontri amorosi.
Un estemporaneo stornello, uno degli ultimi che ci è stato dato di sentire, diceva che
Pe la via de Erneste
Pinco Pallino i facéve la feste,
dove Pinco Pallino sta per il nome del giovanotto che “le faceva la festa”, a lei, all’innamorata.
Cordialità
Il tuo blog è molto bello!
Saluti!
Cent’anni di solitudine
Carina!
La femmina, chissà per quale arcano,
non solo in quel di Toro in Rua Caruso all’arcolaio preferisce il fuso:
sarà perchè… più adatto alla sua mano?
Cari amici,
nel limerick del paesanino si accenna all’arcolaio e al fuso. Nel mio Museo della civiltà contadina, in via Roma a Toro, conservo una ricca collezione di attrezzi e strmenti del passato, tra cui non potevano mancare arcolai e fusi.
Ne pubblico due foto, lasciandovi i miei più cordiali saluti.
Vincenzo Colledanchise
…e come darle torto!
Ecco qui le foto trasmesseci da Vincenzo Colledanchise.
Riesci sempre a ricreare la magia di un poetico passato. Complimenti a te. E grazie della visita.
Simpatica la storiella,
formidabile il binomio illustrazione-limerick!
A presto
Incanto lirico
la leggenda non lo dice
Ma lo sa signora Bice
il motto “dritto come un fuso”
è perchè “lo tiene in mano” in via Caruso
aggiunge un commentator, ma piano,
gioco di mano gioco di villano
A Roma er doppio senzo senz’abbuso
è na cosuccia ch’è gradita tanto
perciò drent’a la storia de sto fuso
ce resto a medità, scoprenno intanto
che si a la donna, sì, je piace er fuso,
all’omo l’arcolaro per incanto
je fa venì a la mente invece l’uso
de sta a balla’ co’ na pischella accanto:
la forma j’aricorda fianchi e petto
de na regazza che se giravorta,
avvorge la matassa, m’ar cospetto
je pare d’abballà com’a na vorta.
Cinge la bella donna e co’ rispetto…
n’antra matassa mette nella sporta.
Ciao Paesanì, sempre più togo er tu’ blog!
simpaticamente divertente.
un sorriso
veradafne
ciaoooo
Paesanino, simpatica la scenetta descritta in via Caruso 🙂 Abigail
Un caloroso ringraziamento a tutti gli amici che hanno voluto infiocchettare di complimenti, commenti, foto, e versi il mio limerick.
Un abbraccio
Buonasera paesanino!
Le tue poesie mi piacciono,mi piacciono molto, e lo sai perchè?Perchè sanno di passato, di vecchio(nel senso positivo del termine),di antico!Amo fatti e cose antiche.
Ciao!