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16 commenti su “In mezzo al Piano

  1. bucciadimela il said:

    Ma che carina, così fulminante! Cos’è, un contestatore ante-litteram? Un predicatore nel deserto? Che sia figlio dei fiori, però, fa pensare anche a un poeta, un poeta incompreso. Ma un cane e un gatto, di questi tempi, non sono ascoltatori da sottovalutare.

  2. Paesanino il said:

    Giuste le tue supposizioni e permettimi la battuta:

    – Era il ’68, bellezza!

  3. anonimo il said:

    Bucciadimele, hai visto proprio bene, almeno politicamente il nostro paese era un deserto e così è rimasto.

    Saluti al Paesanino

    GS

  4. MIKROKOSMOS il said:

    … ecco… io invidio (in senso positivo) la capacità di chi sa esprimere molto con soli cinque versi… baciotti e felice giornata… (preferisco non addentrarmi in disquisizioni politiche)…

  5. Paesanino il said:

    – Grazie, GS.

    – Mikrokosmos: la tua è una invidia mal indirizzata. Primo, perché io non dico solo con cinque versi ma ci aggiungo sempre un’immagine; secondo perché un modesto limerick come questo, ti assicuro che me lo lascio ronzare per la testa più giorni, anche una o più settimane, prima di dargli libera uscita.

    – Gliorti: non vorrei mai morire per una verità, visto che nel migliore dei casi restano inascoltate; spesso apprezzate post mortem; sempre superate da altre verità che rilanciano il ciclo…

  6. lavelle il said:

    Ciao Paesanino,

    La poesia che ho postato ieri “Le mondine” è tratta dal libro di Ezio Quiresi “DONNE”, Il lavoro femminile il Italia nel dopoguerra. Contiene delle belle immagini sulla fatica delle donne,racconti, canti e alcune poesie, tra cui quella della Merini con la dicitura inedita. Il libro l’ho acquistato a Parma.

    Ciao Massimo

  7. Anchise1 il said:

    Neanche un cane era disponibile

    ad ascoltare l’altra campana: i più intenti a percorrere la facile via che portava alla pagnotta e a riverire l’onorevole che veniva in paese solo alla vigilia delle elezioni.

    Per noi “estremisti” l’onore di qualche perquisizione dei carabinieri in casa e tante critiche dei paesani.

  8. GiMascia il said:

    Il divertente limerick del Paesanino (spettacolare la miniatura) è occasione per riandare ai tempi in cui i venti nuovi della contestazione giovanile soffiarono anche sul nostro paese.

    Lo trovarono arroccato su posizioni conservatrici, per non dire arretrate.

    Come poteva essere altrimenti… Non c’era un circolo, una sezione politica alternativa alla DC. No si poteva contare su tradizioni di lotta e rivendicazione sociale. Niente, solo la chiesa, il conformismo politico e il perbenismo imperante.

    Il nuovo, il diverso (sia pure folcloristicamente diverso), furono allora affrontati con sufficienza e liquidati con battute sguaiate, che accendevano la piazza sgignazzante.

    Fu perpetuato il vecchio: tante belle tradizioni, ma tanto immobilismo e tante brutte e anacronistiche storture e ingiustizie.

    Con il senno di poi: fu quella una grande occasione perduta.

    Saluti

    Giovanni

  9. Torrisi il said:

    Il ’68 no, non l’ho vissuto. Il ’77 sì. MI ricordo che guardavamo con gli occhi sbarrati i nosri amici più grandi che tornavana da Roma in quegli anni a raccontarci di cose grosse che accadevano all’università e per le strade di Roma. Lì, gli amori sbocciavano ad ogni passo. Ah, quanto li invidiavo. Invidiavo soprattutto la 500 di Francesco, con la quale scorazzavamo d’estate e al mare. Immaginavo chissà quanti amori in quella piccola alcova a quattro ruote… Oggi penso fossero piuttosto chiacchiere dei Francesco per farsi bello ai nostri occhi.

    Luca

  10. anonimo il said:

    Toro era un paese di contadini, qualche artigiano e pochi fortunati raccomandati DC dal posto fisso.

    Il movimento del ’68 fu studentesco ed operaio ( quelli delle fabbriche ) per cui non coinvolse il nostro paese che era sotto lo schiaffo della Democrazia Cristiana e subiva la pressione morale anticomunista della chiesa. Come pretendere partecipazione. Studente all’Istituto Tecnico, seppur adolescente, mi iscrissi a Lotta Continua e diventai un contestatore , ma nessuno capi’ me ed i miei amici. Mi guadagnai solo l’appellativo di ” Paolo Caso ” famoso criminale, detenuto all’epoca, nel carcere di Campobasso.

    saluti

    Peppe Parziale

  11. Hyeronimus il said:

    Ragazzi,

    mi fate tornare in mente gli anni della mia formazione sui quaderni piacentini nel liceo occupato (1969),

    e tutte le lotte del Movimento studentesco ai tempi dell’università fino alle barricate di Bologna del 1977.

    Che epopea!

  12. lucavirgili il said:

    E’ un pò bassa la tonalità con cui ti presenti: evidentemente scrivi detti e li colleghi storicamente con immagini delle miniature medievali. Quindi non fai un’operazione semplice. Neppure l’interpretazione lo sarà di conseguenza.Complimenti anche a te

  13. bartolomeoviana il said:

    e io che non ho vissuto ne il 68 ne il 77,

    passo di qui per ricambiare la visita

    e scopro un bel posto in cui tornare.

    Grazie ancora di essere passato,

    a presto.

  14. firefox2000 il said:

    Una via di mezzo tra menestrello e cantastorie… originale!

    Un saluto

    Ff

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