Due sgarbi a Sgarbi

Padre Giacinto, a testa bassa, continuava tranquillamente a redigere il suo documento

Le miniature e un aura di bei tempi che furono potrebbero ingenerare la credenza che episodi divertenti siano successi a Toro solo in illo tempore. Niente di più falso. Ne accadono sempre. Gustosissimo, addirittura, ciò che accadde a Vittorio Sgarbi una decina d’anni addietro.

Il famoso critico d’arte e uomo politico fu traghettato nel nostro paese da una sua conoscente, mezzo romana, mezzo molisana, per visitare una casa patrizia, con suppellettili, opere d’arte, cimeli, biblioteca… Ma – primo affronto – dell’incaricato con le chiavi non fu rintracciata neppure l’ombra. I maligni, che secondo il luciferino Andreotti fanno peccato ma ci azzeccano, sostengono che non si trovò perché in tal senso aveva disposto il padrone da Roma. Sempre secondo i maligni, costui, dopo aver perduto i buoi, cercava di salvare ciò che restava del patrimonio avito lasciando serrate le porte in faccia a tutti. Anche all’allora presidente della Commissione Cultura della Camera.

Per dare comunque un senso alla trasferta, Sgarbi volle dare uno sguardo alla chiesa attigua, a quell’ora deserta e immersa nella penombra del tardo pomeriggio invernale. Per fortuna, in sagrestia c’era il parroco, impelagato nella registrazione di un atto di battesimo. Al “Che volete?” più o meno distratto, Sgarbi rispose presentandosi. Ma contrariamente alle sue aspettative, il nome non fu sufficiente.
– Sì, ma che volete? replicò padre Giacinto a testa bassa, continuando tranquillamente a redigere il suo documento.

Raccontano i presenti che allo sconcertato Vittorio Sgarbi non rimase che prendere, incartare e portare a Roma la totale indifferenza di un frate molisano nei confronti dell’uomo celebre che riteneva di essere ed era.

(Giovanni Mascia)

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9 commenti su “Due sgarbi a Sgarbi

  1. Paesanino il said:

    Altro che piazzata alla Mussolini tra pupe e secchioni! un po’ di sana indifferenza e lor signori sono sistemati.

  2. Anchise1 il said:

    Grazie Giovanni, per aver riportato lo sfizioso aneddoto, di cui conoscevo solo uno degli sgarbi, quello fatto dal serafico P.Giacinto al telegenico e bizzarro tuttologo.

  3. anonimo il said:

    E pensare che il sacro tempio, oggetto di interesse di Sgarbi, è chiuso da 4 anni a seguito del terremoto di San Giuliano. E che le rampe della imponente gradinata di accesse sono ricoperte vergognosamente di erbacce, senza che nessuno si prenda la briga di pulire.

    Giuseppe

  4. GiMascia il said:

    Ricambio di cuore i saluti.

    In giorni in cui le piazzate di Sgarbi rimbalzano da tutti i teleschermi, mi è sembrato opportuno richiamare alla mente il trattamento esemplare cui lo sottoposero i disincatati personaggi toresi che ho avuto il piacere di ricordare.

    Alla prossima

    Giovanni

  5. artemidoro il said:

    Anni fa al Salone del Libro di Torino vidi una strana scena. Un tipo che si avvicinò a Sgarbi (accompagnato da vistose donne) tentando di dargli uno schiaffo. Pensai subito fosse una recita, per il numeroso pubblico presente. Non lo era e dovette intervenire qualcuno a difendere il malcapitato…più pallido del solito. Sgarbi quotidiani….

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