'A salaiole (La salaiola)

Ce stève ‘nnanze a chiesie ‘a salaiòle
che vennéve u tabbacche e tanta riòle;
ancoppe a ‘llu bancóne
sèmpe i gatte cu veccóne:
veléve bène a tútte ‘a salaiòle.

LA "SALAIOLA". C’era davanti alla chiesa la "salaiola" / che vendeva il tabacco e tante altre cianfrusaglie; / sopra quel bancone / sempre i gatti col boccone (in bocca): / voleva bene a tutti la "salaiola".

Il termine "riòle" è spesso preceduto da un verbo che ne rende piu chiaro il significato:"Aretjre ‘ssi riòle!", che vuol dire:"Rimetti a posto tutte queste cose lasciate in giro così disordinatamente!" E in quanto a "riole", da ze’ Peppenella Pezzùte, se ne trovavano veramente a bizzeffe. Erano proprio le "riòle"che caratterizzavano il suo "negozio"!

Incanto lirico

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12 commenti su “'A salaiole (La salaiola)

  1. bucciadimela il said:

    I magici bazar di campagna di una volta: ci si trovava di tutto, anche i gatti. Erano meglio della grotta incantata di Alì Babà.

  2. Anchise1 il said:

    Frequentavo quel negozietto, da piccolo. Il marito di Zia Peppinella era tornato da qualche anno dall’America e aiutava la moglie nel servire i rari clienti al bancone. Spesso i grandi mi comandavano di andare da Zia Peppinella per comprar loro le sigarette. Un giorno assolvendo a tale compito, trovai il longilineo marito di Zia Peppinella che giaceva riverso, in mezzo a quelle cianfrusaglie, ad esalare l’ultimo respiro. Rimasi impressionato dalle gride isteriche di Zia Peppinella,

    a seguito della morte improvvisa del marito, ma di più dall’irrefrenabile lamento dell’unica figlia disabile.

    Nel recente passato, ho avuto la gioia di visitare più volte la sfortunata figlia di Zia Peppinella, nell’Ospizio di Bonefro, traendone grandi insegnamenti.

  3. anonimo il said:

    Fregavo un uovo a mamma

    per comprar due nazionali

    da fumare nella stalla

    lì, dietro a due maiali.

    Fregavo a mamma un uovo

    per comprar due nazionali,

    mi facevo nuovo nuovo

    fumando coi maiali.

    L’altropoeta

  4. Gliorti il said:

    …ricordo di bimba…al mercatino settimanale giravano venditori che, non avendo il banco, aprivano l’ombrello, lo rovesciavano e dentro mettevano minutaglie varie….compresi occhiali da vista, da lettura, che gli anziani provavano e compravano, senza oculista nè ottico, nè montature griffate…bei tempi.

  5. anonimo il said:

    Il miniaturista sembra abbia voluto prediligere, in quest’opera che incornicia così bene il mio limerick, il colore solare per eccellenza: l’arancione.

    Ed è proprio guardando questa miniatura, che mi tornano alla mente quelle lunghe, interminabili giornate piene di sole, trascorse a giocare spensieratamente sul grande spiazzale, di fronte al negozio.

    L’immagine di quella “donnona” burbera, ma in fondo buona e per certi versi finanche ingenua, ze’ Peppenèlla Pezzúte, accompagnerà per sempre il ricordo felice che ho di quei giorni di fanciullezza.

    Il suo amore per i gatti era un vero e proprio culto: guai a chi osasse toccarglieli, anche solo con un dito!

    Spaparanzati ovunque, destavano non poca rabbia nei clienti, che oltre ad avere da ridire sulle cattive norme igieniche presenti in quella casa, (sì, perché il negozio di sale, tabacchi e alimentari, era all’interno della stessa abitazione), li invidiavano persino un po’ quei gatti così tanto fortunati. Allora, mangiare bene, era un lusso che solo pochi potevano permettersi, mentre lì di abbondanza, ce n’era veramente tanta, anche e soprattutto per loro, i gatti.

    Pur regnando in quel posto, il più totale disordine, la “ricchezza” di quegli articoli più svariati, le suddette “riole”, esercitava un fascino indiscutibile in tutti coloro i quali erano soliti frequentare il negozio.

    Ricordo ancora i rumorosi battibecchi, ai quali più di una volta ho assistito, quando il cliente tornava indietro furibondo per reclamare un resto non giusto o per lamentarsi della qualità dei prodotti acquistati.

    E, vi assicuro, se ne sentivano delle belle!

    Dapprima sembrava che nessuno dei due contendenti volesse darsi per vinto.

    Poi, a capitolare, era quasi sempre lei, la salaiola; così il cliente poteva tornare a casa “soddisfatto” e “rimborsato”, ma soprattutto felice di aver vinto una piccola grande sfida con la “salaiola”.

    Ho dei ricordi bellissimi di quel periodo, e questo limerick mi aiuterà a conservarli gelosamente nel tempo.

    Poterli poi condividere con tutti voi, mi rende ancora più felice.

    Un caro abbraccio a tutti i miei amici e a te Paesanino, che hai voluto farmi questo nuovo regalo.

    Incanto lirico

  6. GiMascia il said:

    Cari amici,

    quanta suggestione, quanti ricordi racchiusi in pochi versi, ma accurati.

    Ne sono la riprova i vs. commenti.

    A L’altropoeta (#4), in particolare, con i complimeti per le sue divertenti chiose in versi, mi piace ricordare (lo ricorderà senz’altro) che non sempre c’era bisogno di rubarlo, l’uovo. Le galline che razzolavano libere per il paese, ne lasciavano nei posti più impensati, specie negli immondezzai (i mbòrzere). All’aviaria allora non si pensava. Ma alla gioia per l’inattesa scoperta subentrava qualche volta la delusione di scoprirli vuoti. Da due microscopici forellini sul guscio intatto, capivamo che la serpe aveva trovato l’uovo prima di noi. E l’aveva bevuto alla nostra salute.

    Buona giornata

    Giovanni

  7. anonimo il said:

    Caro Altropoeta,

    la semplicee, immediata comicità dei tuoi versi, ne rende particolarmente gradevole, gustosa la lettura.

    I miei complimenti

    Incanto lirico

  8. anonimo il said:

    Troppo buona.

    Chissà quante uova ti avrebbero fregato i tuoi figli, se fossero stati miei coetanei…

    Grazie, comunque

    L’altropoeta

  9. duca1degli1abruzzi il said:

    Io ricordo una balena che si era arenata verso Francavilla Al Mare nel 1984….Cmq è bello sapere anche di San Vito…Luogo dalla costa irregolare e frastagliata…in cui ci sono i Trabocchi…macchine da pesca…a pochi metri dalla costa. Il post precedente, quello del brigante, mi ricorda la storia del paesino in cui vivo riguardo ad un terribile brigante campano che rispondeva al nome di Mecola. Un saluto. Duca.

  10. anonimo il said:

    Bravi, avete fatto una puntuale descrizione di tutto quello che era e che ha rappresentato per noi il negozio della buona zia Peppinella. Dico buona perchè a volte una caramella alla menta ricoperta di zucchero me la relagava.(Costava solo una lira ).

    Complimenti e saluti a tutti.

    Peppe

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